La giornata della memoria

 Sono passati 77 anni dalla seconda guerra mondiale e da quella che fu una caccia spietata che portò allo sterminio più di cinque milioni di ebrei, ma non solo. Le vittime  di una guerra assurda, furono i più deboli, bambini malati, neri, omosessuali e tutte le persone che secondo i cattivi mettevano a repentaglio la razza pura. In questo giorno dovremmo ricordare anche la morte di chi ha cercato di contrastare tutto ciò. Oggi il nostro viaggio, sarà tra quelle memorie passate e  di fatti impressi anche nell'anima di chi quei tempi non li ha vissuti, ma li ha solo studiati a scuola, purtroppo non senza ombre e con  alcuni fatti nascosti. Quello che si sa, anche se non in profondità, basta per ripudiare tutto ciò e sperare che tempi così orribili non tornino mai più. Purtroppo gli esseri umani non imparano mai.  In Polonia, quella nazione che tanto amo, di segni che ci ricordano quello sterminio e di tutto l'odio che l'umanità può sprigionare ce ne sono tanti,  anche oggi  in questi anni che sembrano molto lontani da quelle stragi. Naturalmente starete pensando, alla distruzione del quartiere ebraico di Varsavia e lo sterminio della seconda  comunità ebraica più grande del mondo, o a quello che successe nel terribile campo di concentramento di Oświęcim , più conosciuto col nome tedesco di Auschwitz. Dovete sapere che fino all'anno scorso, anche io la pensavo così. Avevo girato già per la Polonia, ma in maniera turistica, toccando le sue parti più belle e gioiose, invece l'anno scorso i miei amici, mi hanno fatto vedere dei luoghi in cui ogni singola pietra mancante, ogni singola lapide, di ogni singolo angolo non smettono mai di ricordare tutto quell'orrore, tutta quella distruzione, figuratevi oggi 27 gennaio giorno della memoria. Anche a Koło, la mia città preferita, e nei suoi d'intorni, i nazisti effettuarono parecchi rastrellamenti e stermini, come nel campo di concentramento/sterminio di Chelmno nad Wartą. Oggi, una lapide ricorda che in quel luogo, furono sterminati dal 1941-1945 oltre duecentomila ebrei, quattromila rom, e un numero indefinito di bambini Cechi. Le vittime furono sterminate per mezzo dei fumi sprigionati nelle camere a gas. A Koło città, invece, nel 1900 abitavano più di 5000 ebrei, e vi erano due sinagoghe e il cimitero. I tedeschi sostituirono il nome della città, cambiandolo da Ruota a il ponte sul fiume Warta, sterminarono l'intera comunità ebraica, o la maggior parte di essi. Infatti per fortuna, gli ebrei più fortunati riuscirono a nascondersi in zone segrete, rifugi lontano dalla città, e a sopravvivere fin quando quest'ultima fu definitivamente liberata. Non senza l'aiuto di chi quel massacro lo combatteva,anche segretamente.  La liberazione,  e l'intervento da parte dell'armata rossa non furono di certo indolore per la Polonia. Ma ritorniamo ai nostri fatti. Si racconta che molti ebrei, capendo l'aria che tirava e fiutando il pericolo, lasciarono i loro figli alle famiglie polacche, cambiandone il cognome e donando loro tutti i  beni che possedevano, affiché venissero salvaguardati e protetti. Il cambio del nome e del cognome veniva effettuato in maniera tale che non fossero riconosciuti e quindi scampassero al terribile sterminio, almeno i bambini. Tutto ciò i ragazzini lo scoprirono ascoltando i discorsi dei nonni dei bambini polacchi nel tempo in cui la guerra era finita e quei giorni orribili sufficientemente lontani. A testimoniare l'uccisione degli ebrei Kolani c'è una lapide sul retro del municipio sulla quale c'è scritto: gli abitanti della Ruota salvano la loro memoria ponendo questa lapide in ricordo dei 5000 ebrei uccisi dagli occupanti tedeschi dal 1939 al 1943. Del quartiere ebraico di Koło oggi si può vedere solo l'ultima pietra di una delle due sinagoghe completamente distrutte e del cimitero ancora meno. Un piccolo muro ricostruito per ricordarne il luogo dove sorgeva, visto che i tedeschi  lo sconsacrarono distruggendone le tombe. Anche la Stazione di Koło fu testimone di uccisioni e soprattutto deportazioni di prigionieri  provenienti da altri paesi vicini alla città. Il nostro viaggio nella memoria finisce qua. Non un post con punti ironici come quelli scritti fino ad oggi, ma un post per ricordare, e soprattutto pensare.  Un saluto e alla prossima.

L'ultima pietra della sinagoga della città, in ricordo della numerosa comunità ebraica che abitava in questi luoghi
L'ultima pietra della sinagoga di Koło


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