I tesori della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo
Benvenuti, ben tornati sul blog con il nostro consueto appuntamento artistico. Come sempre in giro, quando mi è possibile, tra Sicilia e Polonia. Tutte le volte cerco di raccontarvi i tesori nascosti, o poco conosciuti, anche dei piccoli paesi, delle piccole città, ovviamente senza tralasciare quelle con tesori ben più abbondanti. Oggi è la volta di menzionare I tesori della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo parrocchia del mio comune S. Filippo del Mela. Vi farò conoscere la storia dell'edificio e in particolare del quadro che ne arricchisce l'altare maggiore, facendo affidamento sulle parole degli storici che tanto hanno studiato e discusso di questi argomenti, scrivendone anche diversi libri, uno dei tanti Padre Giovanni Parisi, con il suo libro Antico Artemisio, che percorre tutta la storia del comune con le frazioni e monumenti più importanti tra i quali appunto la parrocchia. Per l'approfondimento del quadro presente all'altare maggiore, vi racconterò ciò che ha scritto Giuseppe Triglia, cugino dell'attuale parroco, in un opuscolo descrittivo dell'opera. E poi andremo insieme nella sagrestia per vedere una reliquia molto importante per la gente del luogo. Quindi, mettetevi comodi e godetevi il viaggio...👱👱👱👱
Da quello che prevale secondo studi storici fatti sul territorio, l'attuale chiesa madre dedicata ai Santi Filippo e giacomo, sorge sulle rovine di un'antica abbazia basiliana costruita nel XI secolo dopo che i normanni vinsero una battaglia sugli arabi nel territorio di Milazzo. L'Abazia, della quale oggi non vi è più nessuna traccia, se non quella lasciata sui libri storici che parlano di questo territorio, fu voluta dal conte Ruggero. Ancora prima, molto probabilmente, sarebbe esistito un tempio bizantino abitato dai monaci greci e dedicato a S. Filippo d'Agira, il santo che ha portato il cristianesimo sulla nostra amata isola di Sicilia. Non è cosa impossibile, ipotizzare che il santo guaritore ed esorcista durante il suo viaggio di evangelizzazione si sia trovato a passare anche da questi luoghi, come fece in molte altre zone remote dell'isola in cui si ha ancora una viva e profonda fede verso questo personaggio molto importante. L'abazia fu intitolata con il nome del santo, già nell'epoca normanna, e in altra epoca, sia da Federico secondo, lo Stupor mundi, che successivamente da Federico secondo d'Aragona fu arricchita di beni, e privilegi, diventando così una vera e propria istituzione ecclesiastica.👍👍👍👍 Dopo il periodo di lustro e gloria iniziano le prime tribolazioni, come tanti altri edifici della Sicilia, religiosi e non, anch'essa cedette sotto i colpi di un violento terremoto, era il 1542. I danni furono tanti e la chiesa cadde parzialmente in rovina. Fortunatamente, una boccata d'ossigeno arrivò con la ricostruzione avvenuta alla fine dello stesso secolo. Ma più di cento anni dopo, un altro terremoto la danneggia gravemente. Alla fine del 1700 finì il suo tempo e venne costruito l'attuale Duomo. I monaci basiliani scomparvero dopo l'unità d'Italia, con il sequestro e la confisca di tutti i beni ecclesiastici e l'abolizione degli ordini religiosi. Attorno all'abazia da quando fu costruita nella sua prima versione, lentamente si sviluppo il borgo, oggi Comune di San Filippo del Mela, che nel 1853 si rese indipendente da quello di Santa Lucia del Mela, che allora aveva sotto di se anche quello di Pace del Mela. Il Toponimo del Mela si riferisce al fiume che attraversa la valle di cui S. Lucia, Pace e S. Filippo fanno parte, ed è stato aggiunto solo nel 1887. L'attuale edificio, incomincia la sua avventura già nella metà del settecento per essere completato in tutto e per tutto a fine secolo, visto che qualche decennio prima il suo predecessore vessava in condizioni più che gravi. L'architetto Giovanni Battista, che già aveva prestato il suo genio ricostruendo molti edifici religiosi tra cui la cattedrale di Catania, dopo il terremoto che distrusse gran parte della città nel 1693, iniziò i lavori della nuova costruzione, che però fu ultimata dall'abate Domenico Gargallo. A tal proposito dobbiamo dire che il Battista fu anche lui abate di S. Filippo dal 1758, al 1768. La chiesa attuale, grazie alle idee di Domenico gallo, non è altro che un ampliamento della vecchia costruzione, con cui ha in comune una parte dell'abside, e della realizzazione della nuova facciata. Nel corso degli anni, all'incirca 100, nuovi lavori di ampliamento, con l'aggiunta del campanile, e successivi rimaneggiamenti all'inizio del XX° secolo, ci portano all'attuale chiesa di S. Filippo e Giacomo.
L'attuale chiesa dei Santi Filippo e Giacomo |
Dopo avervi descritto la storia dell'edificio, adesso andiamo a scoprirne i Tesori che custodisce al suo interno. Tra le opere più belle troviamo un simulacro ligneo, quasi sicuramente seicentesco di S. Filippo d'Agira, una statua di S. Giuseppe artigiano del 1959, la statua della Patrona del paese, la Madonna del Carmelo del 1700, e tra le statue più recenti una stupenda rappresentazione del beato prelato Antonio Franco(per chi non lo sa, il corpo del beato è custodito mummificato nella cattedrale di S. Lucia del Mela), di quest'ultimo, nella sacrestia si conserva la tavola su cui fu deposto prima della sua morte, utilizzata probabilmente come una barella per trasportarlo a S. Lucia del Mela dove morì il 2 settembre del 1626 Pare che sia un'asse appartenuta ad una finestra che vi faccio vedere...👇👇👇in una foto non perfettissima ma che spero di poter rifare.
Tavola dove venne deposto Beato Antonio Franco |
Una curiosità, da più di 50 anni a S. Filippo c'è sempre stata la via Beato Antonio Franco...che però fu proclamato beato solo nel 2013.
Punta di diamante dopo la reliquia del beato è la pregevole tela settecentesca che sta sopra l'altare maggiore e che rappresenta i Santi Filippo e Giacomo ai lati e al centro la Madonna Col Bambino, del pittore Milazzese Garuffi., ma non si sa chi siano i committenti dell'opera. L'analisi che ne fa Giuseppe triglia, è un'analisi sia religiosa che iconografica, spiegandone le numerose figure e i simboli religiosi, che Garuffi ha interpretato con la sua arte nell'opera. Vi invito a leggere l'opuscolo scritto e Pubblicato da Triglia, se andrete come spero a visitare la chiesa. Il parroco Nunzio Triglia cugino di Giuseppe, ve ne darà sicuramente qualche copia su gentile richiesta.
Tela dei Santi Filippo e Giacomo e Madonna col Bambino |
Spero che anche questa volta il viaggio nell'arte e nelle curiosità vi sia piaciuto, così tornerete a trovarmi per viaggiare insieme...Qua di seguito il link di un altro post che parla della mia zona👉Un borgo un museo👈 e l'indirizzo della mia👉 Pagina Facebook👈 Un viaggio un museo vi da appuntamento alla prossima emozionante avventura.👋👋👋👋
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